da C.Gasparini, Dal disegno tradizionale
al CAD; capitolo del libro: Bruno Munari, A. Pinotti, G. Tosetti,
Disegno Design, Atlas, Bergamo, 1999
Forse non tutti sanno che la penna ottica
è stata una delle prime periferiche di input dei sistemi CAD
molto prima del mouse. In questo articolo si parla anche di
primitive geometriche, di modellazione solida e per superfici.
In pratica è un breve trattato sui fondamenti del CAD per
poter avere una conoscenza non solo operativa dei sistemi
di disegno.
1. Dal disegno tradizionale al CAD
Le prime applicazioni d'informatica grafica
risalgono all'inizio degli anni '60 mediante il collegamento
di un calcolatore ad un monitor per la visualizzazione dei
disegni e nello stesso tempo anche con un plotter per la produzione
dei disegni su carta. Le prime applicazioni furono realizzate
nel settore militare con il sistema SAGE che serviva per il
controllo dello spazio aereo e che riusciva a trasferire le
informazioni radar ottenute su carta utilizzando il plotter.
In questo sistema viene introdotto per la prima volta la penna
ottica (light pen) come dispositivo di selezione e di inserimento
delle informazioni a monitor. La penna ottica ha rappresentato
il sistema di input principale anche nella tesi dello studente
Ivan Sutherland che presenta nel 1962 come suo lavoro di dottorato
al MIT il programma Sketchpad - sistema grafico per la comunicazione
uomo-macchina. Sketchpad rappresenta il primo sistema grafico
interattivo ed è riconosciuto da tutti come la prima realizzazione
di Computer grafica e di conseguenza rappresenta una pietra
miliare nell'informatica. L'interese per il nuovo settore
applicativo è manifestato non solo dagli ambienti militari
ma anche dall'industria civile aeronautica e meccanica. L'interesse
si orienta non solo verso la parte hardware dei sistemi ma
anche nello sviluppo dei programmi software con la realizzazione
dei primi sistemi CAD e la formalizzazione di algoritmi grafici,
come ad esempio la definizione di superfici "sculturate" fatte
da Steve Coons, al quale in seguito si deve anche lo sviluppo
di un algoritmo per il rendering delle superfici. I primi
progetti di ricerca nel settore del disegno vengono promossi,
tra gli altri, anche dalla General Motors con il sistema DAC-1
(Design Augmented by Computer), iniziato nel 1959 e presentato
come prodotto completo nel 1963. Nello stesso periodo anche
la società Lockeed Aircraft sviluppa un proprio sistema di
disegno che sarà commercializzato con il nome CADAM, attualmente
distribuito dalla società IBM. Alla fine degli anni '60 vengono
immessi sul mercato i primi sistemi di disegno sfruttando
anche la disponibilità dei minicalcolatori e dei terminali
video dal costo accessibile anche per aziende private. La
diffusione però dei sistemi CAD in tutti i livelli della progettazione
e produzione si registra solo con la disponibilità dei primi
Personal Computer a basso costo all'inizio degli anni '80.
1.2 Definizioni
L'acronimo CAD sta propriamente per Computer
Aided Design cioè Progettazione assistita dal Calcolatore. Il
termine Design va inteso nel suo significato più completo di
Progettazione, e non con il termine ridotto di Disegno. Infatti,
quando si stavano diffondendo i primi sistemi, l'acronimo per
CAD veniva inteso come Computer Aided Drafting, cioè Disegno
assistito dal calcolatore e questa definizione veniva applicata
a tutti i sistemi che consentivano di tracciare, in piano, elementi
geometrici bidimensionali di base quali segmenti, cerchi, curve
e quote. Il loro impiego era molto simile al classico tecnigrafo
e per questo venivano definiti anche "tecnigrafi elettronici".
Ora per CAD s'intende Computer Aided Design e si fa esplicito
riferimento ad un sistema che utilizza un modellatore geometrico
per "scolpire" le geometrie nello spazio generando un modello
tridimensionale esatto e non ambiguo. Dopo aver creato il modello
geometrico, definito anche modello numerico, il sistema genera
la sua rappresentazione nello spazio applicando le regole delle
proiezioni geometriche che possono essere ortogonali, assonometriche
o prospettiche. Un elemento importante in un sistema CAD è la
parte di gestione delle informazioni relative ai modelli numerici
cioè la gestione di un database interno riguardante le informazioni
non esclusivamente geometriche, come i dati relativi alle operazioni
di valutazione, di analisi e di produzione del modello stesso.
La produzione avviene attraverso un'interazione di sistemi fra
loro collegati e tende ad ottenere un' automatizzazione dei
processi produttivi, a partire dalla progettazione svolta da
un sistema CAD, la verifica ingegneristica e la simulazione
del funzionamento del modello alle varie condizioni operative,
fatte con sistemi CAE (Computer Aided Engineering), la produzione
fisica del modello in officina fornita sistemi CAM (Computer
Aided Manufacturing).
1.3 Il processo di progettazione
Il processo di progettazione rappresenta
l'attività principale nelle varie attività industriali. Ogni
prodotto prima di essere messo in produzione richiede l'apporto
di diverse discipline che insieme determinano il risultato
dell'oggetto della progettazione. Di recente diversi autori
hanno provato a dare una descrizione formale di tutto il processo
di progettazione allo scopo di migliorare le varie fasi della
progettazione. Fra i primi modelli del processo di progettazione
elaborati possiamo citare quello di Pahl e Beitz del 1984.
Il processo di progettazione è descritto come un diagramma
di flusso comprensivo di quattro fasi fondamentali: Specifiche
del progetto, Progettazione concettuale, Progettazione di
massima e Progetto costruttivo. Specifiche del progetto: consiste
nella definizione degli obiettivi e nella raccolta di tutte
le informazioni necessarie alla progettazione. Saranno anche
definite le caratteristiche e i vincoli del progetto. Progettazione
concettuale: contiene le specifiche delle funzioni che devono
essere incluse nel progetto, le soluzioni migliori e i metodi
produttivi ottimali. Progettazione di massima: in questa fase
viene sviluppato il progetto in dettaglio attuando cicli di
verifica delle varie soluzioni per individuare quella migliore
anche dal punto di vista economico. Progetto costruttivo:
riguarda il disegno di dettaglio di tutti i componenti finalizzati
alla produzione. Con il termine modello si comprende anche
il prodotto del progetto stesso che può essere rappresentato
in forme diverse a seconda della finalità a cui sono destinati.
Il modello ha il ruolo di rappresentazione dell'idea durante
l'azione progettuale e di comunicazione delle informazioni
contenute nel progetto a tutti coloro che partecipano al progetto.
L'utilizzo di tecniche CAD per generare i modelli dei progetti
in tridimensionale presenta dei notevoli vantaggi nell'utilizzo
di uno stesso modello per applicazioni diverse: ad esempio
uno stesso modello può essere usato per le tavole tecniche,
per una vista prospettica in rendering (con la resa delle
luci e superfici) e per la verifica di calcolo strutturale.
Dal modello creato inoltre possono inoltre essere ricavate
una serie di informazioni geometriche, come superfici, volume
o peso, noto il materiale di costruzione, e collegare queste,
ed altre informazioni, ad un sistema PDM (Program Data Management)
per la gestione dei dati relativi a tutto il progetto in modo
coordinato, completo e integrato fra tutte le fasi della produzione.
I vantaggi del CAD rispetto ad un approccio di tipo tradizionale
sono molteplici e si possono riassumere nei seguenti punti:
- possibilità di correggere e aggiornare più rapidamente i
disegni; - velocizzazione delle azioni ripetitive e uguali;
- estrazione di informazioni sia grafiche sia alfanumeriche
da un disegno; - verifica strutturale, cinematica e dinamica
con programmi dedicati; - collegamento con un database centralizzato
di tutto il processo produttivo; - realizzazione fisica del
modello con macchine a controllo numerico, CAM, o in Prototipazione
Rapida. L'introduzione del CAD presenta anche alcuni svantaggi
o limiti, che possiamo riassumere nei seguenti punti: - il
programma CAD impone una metodologia di disegno (progetto)
che condizionano l'utente; - è produttivo solo nella fase
del progetto costruttivo, non nella fase di ideazione; - in
definitiva, rispetto al tecnigrafo, non permette una velocità
maggiore durante l'azione normale di disegno ma è impareggiabile
nelle parti ripetitive.
1.4 La formazione degli utenti CAD
La diffusione degli strumenti di progettazione
CAD nei vari settori della produzione comporta una maggiore
richiesta di training e di formazione a livelli diversi a
seconda delle particolari esigenze degli utenti. Queste richieste
possono essere schematizzate in tre diverse tipologie di utenti:
il disegnatore, il progettista e lo studente. Il primo livello
di utilizzo di un sistema CAD è quello richiesto da un disegnatore
le cui conoscenze sono finalizzate alla precisione e velocità
di disegno. Questa tipo di formazione viene fornita dai corsi
di formazione per operatori di durata limitata, spesso organizzati
direttamente dalle società produttrici dei sistemi o da centri
di formazione specializzati. Un progettista invece è interessato
ad un livello di formazione più approfondito, con conoscenze
non finalizzate esclusivamente al disegno ma in grado di poterlo
guidare nella scelta degli strumenti informatici e nella migliore
pianificazione del loro utilizzo all'interno di un progetto
o di uno studio professionale. La figura dell'esperto informatico,
presente in alcuni studi di progettazione, è destinata a ridimensionarsi
con la diffusione delle conoscenze informatiche e sarà sempre
più il progettista stesso che si occuperà della scelta e della
gestione degli strumenti di produzione cioè dei sistemi CAD.
Assumerà sempre più importanza la consapevolezza che un sistema
CAD è prima di tutto una metodologia progettuale resa disponibile
al progettista e che questo sceglie in modo più o meno consapevole.
Conoscendo i vantaggi ed i limiti di un sistema il progettista
ha una padronanza migliore delle potenzialità degli strumenti
che utilizza. Ad esempio se un sistema CAD è nato per applicazioni
meccaniche, è evidente che il suo impiego nel settore elettronico
presenterà dei limiti significativi non solo nelle procedure
di disegno ma anche nella flessibilità di progettazione. Infine
il terzo livello di utilizzo di un sistema CAD è quello richiesto
dallo studente cioè da un soggetto non ancora inserito nell'ambiente
di lavoro e pertanto ancora in formazione. Vista la velocità
di evoluzione delle tecnologie e dei linguaggi, la scuola
dovrebbe fornire una formazione di base per operare in modo
flessibile con gli strumenti informatici. Lo studente pertanto,
che sarà sul mercato del lavoro solo dopo alcuni anni, deve
sviluppare, oltre alle normali capacità e abilità operative,
anche un metodo flessibile di apprendimento personale che
gli permetta di aggiornarsi anche dopo il periodo scolastico.
1.5 Pensare in 3 D
Anche le prestazioni di disegno dei sistemi
CAD hanno subito nella loro breve storia una significativa
evoluzione: dai primi sistemi di disegno esclusivamente bidimensionale,
definiti propriamente "tecnigrafi elettronici", si è giunti
a sistemi con prestazioni sempre più evolute soprattutto nella
generazione di solidi e funzioni tridimensionali. Il progetto
finora si poteva distinguere fra disegno in 2D, fatto di proiezioni
ortogonali e viste assonometriche funzionale al disegno tecnico
esecutivo e dal modello in 3D che era finalizzato alla presentazione
del progetto con viste assonometriche, prospettiche anche
con tecniche di rendering (resa dei materiali e delle luci)
ed animazioni grafiche. Con le nuove prestazioni dei modellatori
solidi il progettista può, e deve, pensare in 3D attraverso
processi mentali nuovi, alcuni molto simili a quelli compiuti
in officina o in cantiere: quali associare solidi diversi,
sottrarre o tagliare solidi diversi (operazioni booleane).
Dal modello in 3D è possibile anche ricavare,
in automatico, le viste ortogonali e assonometriche con in
più l'aggiunta delle quote secondo schemi predefiniti (vedi
figura).
2. La progettazione assistita dal computer
2.1 Gli strumenti di disegno Con la diffusione
delle stazioni grafiche si assiste anche alla ricerca applicata
allo sviluppo delle periferiche grafiche, sempre più precise,
facili da usare ed economiche. Dopo le penne ottiche, il dispositivo
sviluppato per il disegno è stato la tavoletta grafica, un'evoluzione
del tecnigrafo. L'utente utilizza una penna magnetica o un
digitizer (puntatore) per disegnare su una superficie magnetica
che trasmette le coordinate rilevate al sistema e le visualizza
sul monitor. L'utilizzo della penna è molto simile al gesto
di disegno che normalmente si compie su di un normale tecnigrafo
ed il suo uso ha rappresentato la modalità più diffusa nei
primi sistemi di progettazione. Un altro dispositivo di puntamento
utilizzato fin dalle prime applicazioni grafiche è il joystick,
sistema di controllo molto simile al sistema di controllo
del volo aereo. Il mouse, che ora è presente in tutti i computer,
è una realizzazione recente come sistema di controllo, introdotto
solo all'inizio degli anni '70 a livello di grande impiego.
2.2 Le basi del disegno Un sistema CAD fornisce una serie
di funzioni grafiche di base dette "primitive": la linea o
il cerchio ad esempio sono primitive bidimensionali che sono
presenti in tutti i sistemi non solo di disegno tecnico. Le
primitive tridimensionali o primitive solide, come la sfera,
il cubo e il cilindro sono invece presenti nei sistemi grafici
più evoluti, detti modellatori solidi che permettono la costruzione
di modelli complessi operando direttamente sui solidi con
lavorazioni di tipo meccanico, come saldatura, taglio e sottrazione.
Primitive bidimensionali Le primitive bidimensionali sono
le funzioni di base per il tracciamento del disegno e sono
le seguenti: il punto, la linea, l'arco, il cerchio, le curve,
il poligono. L'inserimento di queste primitive richiede la
specifica delle coordinate d'inserimento o di dimensione a
secondo della funzione selezionata. Ogni sistema fornisce
inoltre delle ulteriori opzioni ai singoli comandi che dovrebbero
facilitare il tracciamento: per inserire un arco ad esempio
in AutoCAD è possibile selezionare la modalità desiderata
fra i diversi modi forniti. Il sistema di riferimento è un
sistema cartesiano ortogonale dello spazio euclideo, generalmente
visualizzato con i tre assi con le frecce ad indicare la direzione
positiva. Il sistema segue la regola della mano destra per
facilitare l'individuazione e la direzione dei tre assi: ascissa
X, ordinata Y, quota Z. Ogni punto nello spazio viene individuato
da una terna di valori, corrispondenti alla sua distanza assoluta
dall'origine del sistema, definito Sistema in Coordinate Globali
o Mondo. Durante il disegno il sistema di riferimento può
essere ridefinito temporaneamente dall'utente modificando
la posizione e l'orientamento: in questo caso assume la definizione
di Sistema in Coordinate Utente. Ogni sistema utilizza delle
sigle diverse per definire il tripode: in AutoCAD il sistema
globale viene definito WCS (World Coordinate System) mentre
per il sistema utente viene definito UCS (User Coordinate
System). Con queste funzioni di disegno si inseriscono le
varie componenti grafiche utilizzando modalità diverse di
disegno quali: - coordinate assolute: si utilizzano raramente
durante il disegno e soprattutto per inserire una entità grafica
all'origine assoluta del sistema. - coordinate relative: vengono
utilizzate per inserire una entità ad una distanza precisa
e nota. Si definiscono relative perché fanno riferimento al
punto precedente e da questo indicano una distanza in coordinate
cartesiane (X,Y,Z), in coordinate polari (distanza e angolo)
e in coordinate sferiche (distanze angolari ). - punti geometrici
notevoli: a partire da entità esistenti sul disegno, si inseriscono
le altre entità su punti notevoli degli elementi grafici.
In genere tutti i sistemi forniscono l'utilizzo dei punti
notevoli nel disegno. Vediamo i più usati e utili: FINE per
individuare l'estremo di una linea, MEDIO per indicare il
punto mediano, CENTRO per individuare il centro di un cerchio
o un arco, INTERSEZIONE: per indicare il punto di contatto
di due o più entità, PERPEDICOLARE: per tracciare una linea
perpendicolare ad un'altra passante per un punto definito.
L'utilizzo di questi filtri deve essere attivato dopo aver
attivato la funzione di disegno (es. linea) e prima di indicare
il punto d'inserimento. - linee di costruzione: inserimento
delle linee di costruzione utilizzando soprattutto le funzioni
di linee parallele a partire da linee ortogonali originarie
del disegno. Questa modalità si avvicina molto al metodo manuale
di disegno con il tecnigrafo da cui prende la modalità di
tracciamento di linee parallele che individuano la gabbia
strutturale del modello da disegnare. Le linee non necessarie
vengono eliminate con la funzione di taglio.
2.3 Il controllo della visualizzazione
Un limite che salta subito agli occhi, è
il caso di dire, nell'utilizzo di una workstation grafica
è la dimensione limitata dell'area di lavoro rappresentata
dal monitor; a differenza del tecnigrafo che permette una
grande dimensione di lavoro, lo spazio fisico fornito dal
monitor è ancora molto ristretto. La dimensione dei monitor,
che normalmente viene utilizzata nel disegno CAD, varia da
17" (pollici) a 19" fino ad arrivare alla dimensione "considerevole"
di 21" corrispondente ad una diagonale reale di circa 50 cm.
Dimensione ben lontana dal più piccolo tecnigrafo disponibile.
La limitatezza della dimensione fisica del monitor viene però
superata dalla possibilità di gestire in modo flessibile e
molto veloce la finestra di visualizzazione sul disegno che
il monitor rappresenta in un sistema CAD. La finestra di visualizzazione
può essere modificata durante tutte le fasi di lavoro sia
come dimensione sia come posizione. Le due funzioni base nella
gestione della finestra grafica sono: Zoom e Pan. La funzione
Zoom permette di variare la scala di visualizzazione del disegno
modificando l'area proiettata sul monitor. Corrisponde esattamente
alla funzione Zoom della macchine fotografica: si ingrandiscono
i particolari avvicinandosi al disegno, si allarga il disegno
allontanandosi. Viene modificata la scala di visualizzazione
del disegno ma non la sua dimensione. Con Pan invece si cambia
il punto osservato sul disegno coma se si facesse scorrere
il "foglio" davanti ad una telecamera.
2.4 La scala di disegno
A differenza del disegno tradizionale al
tecnigrafo, un disegno con un sistema CAD viene sempre prodotto
in scala 1:1, cioè in scala reale. L'utente però nella fase
di impostazione del progetto deve decidere quale unità di
misura intende utilizzare, anche se esistono delle convenzioni
applicate da tutti per ogni settore produttivo. Nelle applicazioni
meccaniche l'unità di misura utilizzata nei disegni è il millimetro,
in edilizia il centimetro, in cartografia il metro. Il sistema
lavora in unità di disegno che può corrispondere ad unità
di misura diverse: infatti una distanza rilevata dal sistema
di 10 unità di disegno, può corrispondere indifferentemente
10 mm. oppure 10 cm. a seconda dell'unità di misura adottata.
Pertanto quando si importano delle parti di disegno (blocchi
o simboli) all'interno di un disegno è importante essere a
conoscenza se l'unità di misura è la stessa. I vantaggi nell'utilizzare
una scala di disegno reale sono molteplici non ultimo quello
di eliminare tutta la fatica di conversione delle dimensioni
durante il processo di disegno. Fra gli altri vantaggi possiamo
citare: - tutte le dimensioni misurate sul disegno sono reali
e non comportano riduzione in scala; - il sistema inserisce
in automatico le quote senza fattori di conversione; - si
possono plottare i disegni utilizzando scale diverse senza
dover modificare i valori riportati. Ad esempio la dimensione
di 100 unità di disegno viene riportata sempre uguale indipendentemente
dalla scala di disegno. Deve essere però modificata la dimensione
del testo delle quote, che su carta deve avere sempre la stessa
altezza (in genere di 2.5 mm.)
2.5 La costruzione del modello
Un modello geometrico solido è una rappresentazione
matematica di un oggetto fisico che deve essere completa ed
accurata: completa perché deve rappresentare l'oggetto in
tutte le sue parti e accurata perché non si deve prestare
a rappresentazioni ambigue e imprecise. Un modello contiene
diversi tipi di informazioni a seconda di ciò che descrive:
i modelli contengono dati relativi alla loro forma, dimensione,
aspetto esterno e struttura. Sono composti da elementi base
che permettono una semplice interpretazione grafica e da una
serie di relazioni esplicite fra questi ultimi. Forma e dimensione
sono descritte dalla geometria degli oggetti, mentre la struttura
o topologia descrive le interconnessioni fra i componenti.
Il modello può inoltre contenere informazioni relative all'aspetto
degli oggetti, il materiale di composizione con riportato
il colore, il tipo di superficie e il comportamento alla luce.
I modellatori solidi si possono raggruppare in tre categorie
diverse, corrispondenti a prestazioni ed evoluzione storica
successiva.
Modellazione wire-frame
I modellatori wire-frame, a filo di ferro,
sono stati sono i primi modellatori ad essere sviluppati in
ordine di tempo. La modellazione wire-frame viene definita
anche modellazione per spigoli perché consiste nel rappresentare
un oggetto fisico attraverso i suoi spigoli utilizzando entità
geometriche elementari quali punti, segmenti e curve collocati
nello spazio. Rispetto ad un sistema bidimensionale in cui
un punto era individuato da due coordinate, in un sistema
wire-frame ogni punto ha tre coordinate corrispondenti alla
posizione rispetto agli assi X,Y,Z. Le informazioni ricavate
dal modello sono soltanto quelle relative alle entità geometriche
elementari, come le coordinate dei vari punti. Non vengono
in pratica visualizzate le facce che permettono la visualizzazione
con linee nascoste dei modelli. Infatti il limite di questo
tipo di rappresentazione è nella possibile ambiguità nella
visualizzazione degli oggetti: in figura X.5 l'oggetto descritto
in wire-frame può corrispondere ad ognuno dei tre modelli
visualizzati.
Modellazione per superfici
Molte ambiguità dei modelli in wire-frame
sono superate utilizzando la modellazione per superfici. Il
modello viene rappresentato attraverso le sue superfici esterne
che lo compongono. La superficie di base è il piano che costituisce
l'elemento più semplice nella rappresentazione di una superficie:
un piano può essere individuato da due linee, da tre punti
o da una linee e un punto. Le superfici vengono classificate
in tre categorie: superfici definite da punti di controllo,
superfici generate da curve Spine, superfici di collegamento
con altre superfici. Superfici definite da punti di controllo
Sono delle superfici, note come superfici di Bèzier e B-spline,
la cui caratteristica è di essere elastiche con un grado di
tensione variabile verso la poligonale che le sottende. La
poligonale individuata dai punti di controllo risente della
posizione dei singoli punti di controllo perché esercitano
un'attrazione modificabile rispetto alla superficie. Le curve
e le curve di Bèzier sono state applicate per la prima volta
nel modellare la carrozzeria delle automobili perché facilmente
adattabili e manipolabili. Superfici generate da curve Spine
Le curve Spline sono curve di interpolazione che, a differenza
delle curve di Bèzier, passano per punti assegnati e vincolanti.
Le curve Spline derivano dalla pratica navale ed aeronautica
e corrispondono ad un curvilinee elastico (spline) che viene
appoggiato su alcuni punti predefiniti (poli) per individuare
la curva interpolata. Le superfici generate da curve possono
essere: superfici rigate: si ottengono congiungendo i punti
di due curve di base con un fasci di rette. superfici di rivoluzione:
sono ricavate da rotazione di una curva attorno ad un asse.
superfici di estrusione: vengono generate dalla modifica del
valore Z della curva orientata lungo un vettore definito o
l'asse Z. Superfici di collegamento con altre superfici Queste
superfici sono prodotte da una lavorazione di raccordo o smusso
applicata su uno spigolo di un modello. La superficie ricavata
è prodotta sulla base di una serie di valori forniti al sistema,
quali il raggio di raccordo o l'angolo di smusso, o la variazione
del raggio e dell'angolo lungo la lavorazione.
Modellatori CSG (Constructive Solid Geometry)
I modellatori solidi di tipo CSG (Constructive
Solid Geometry) costruiscono i modelli a partire dalle primitive
solide semplici, quali il cubo, il cilindro, la sfera ed il
cono, e possono generare dei solidi complessi attraverso operazioni
booleane. Queste operazioni, dette anche operazioni logiche,
sono di tre tipi: Unione, Sottrazione e Intersezione. Riportiamo
in dettaglio le operazioni booleane utilizzate nella modellazione
solida (come in figura):
Operazioni
booleane di Unione, Sottrazione e Intersezione.
(A AND B), (A NOT B), (A AND NOT B).
Operazioni booleane
Unione
Un solido viene prodotto dall'unione di due
o più solidi. L'operazione in termini booleani può essere
espressa come: solido ricavato dal primo solido più il secondo
solido (A AND B).
Sottrazione
Il solido che si produce è il risultato di
una sottrazione di un solido da un altro. L'operazione può
essere formalizzata anche come: solido risultante dal primo
solido ma non dal secondo (A NOT B).
Intersezione
Il solido prodotto è la parte di sovrapposizione
dei due solidi. In altri termini, è la regione dello spazio
occupata sia dal primo solido sia dal secondo (A AND NOT B).
Il modello numerico del solido costruito con i modellatori
CSG contiene la struttura ad albero (tree) di tutte le fasi
di costruzione, dalle primitive di partenza alle operazioni
booleane operate successivamente. La struttura dei dati rispecchia
il processo di costruzione del solido in tutta la sua storia
e riporta tutte le informazioni dimensionali dei vari componenti
permettendo la modifica e l'aggiornamento anche dopo il suo
completamento. Modellatori di superfici B-rep Un modello a
volte non può essere sempre descritto utilizzando le primitive
solide quali cubo e sfera: si ricorre allora ad una rappresentazione
dei solidi mediante le superfici di contorno, Boundary Representation
o B-rep. Un solido in B-rep è rappresentato solo dalle superfici
e dai contorni che lo compongono e richiede minor tempo di
calcolo rispetto ad un modello CSG. Inoltre l'uso delle sole
superfici nella rappresentazione del contorno consente la
creazione di superfici complesse altrimenti non realizzabili
con un modello CSG. Per ovviare ai limiti presenti nei due
metodi, alcuni sistemi utilizzano le due modalità di rappresentazione
(modellatori ibridi).